In merito alla modalità di fare formazione all'interno delle aziende, segnalo un articolo comparso sulla rivista «Lineaedp» dal titolo
«La formazione va inserita nel processo aziendale di reengineering» .Gestire la conoscenza, significa capirne i meccanismi di trasferimento. Meccanismi non riducibili alla sola scelta di piattaforme di
e-learning e di
content management, che gestiscono solo alcune forme di contenuti, ma dovrebbe andare verso una comprensione della organizzazione nei termini della
sociologia della conoscenza con un approccio antropologico, uno studio vissuto dal di dentro le organizzazioni.
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I dati indicano che nella pratica operativa reale, il trasferimento di competenze avviene per ben il 75% in modalità informale e non organizzata - ha affermato
Ippolito Turco, partner Nusia -.
In pratica le situazioni di apprendimento più diffuse avvengono durante le interazioni tra le persone che lavorano in azienda e sono di tipo one-to-one. Inoltre, ben il 75% della conoscenza gestita in azienda è tacita mentre il 25% dell’attività formativa si concentra su ciò che è già esplicito. Allora si capisce bene come il vero problema e la vera sfida, oggi, consistano nel supportare meglio l’informale e rendere più esplicito il tacito, attraverso un approccio metodologico e una soluzione che poggiano sulla profonda conoscenza dei processi di Knowledge Management e di apprendimento nelle organizzazioni, consentendo alle aziende di capitalizzare il proprio capitale cognitivo, e di tradurlo quindi in un asset in grado di generare vantaggio competitivo".
Si tratta quindi, proprio per la dimensione predominante dell'apprendimento informale, di andare a modificare l'organizzazione informale per patrimonializzare la conoscenza aziendale, al di là degli schemi organizzativi formali.
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